Analisi e commento di un testo letterario o non letterario, in poesia o in prosa.
Questo testo si articola secondo le indicazioni contenute nella traccia e che fondamentalmente includono tre passaggi:
1. La comprensione del testo o, nel caso di poesia, la parafrasi.
Nel caso di testo letterario o non letterario (come per esempio, una pagina riportata da un saggio critico, o un discorso famoso) o di un brano in prosa è importante saper riassumere adeguatamente il testo o, in caso di poesia, saper svolgere in autonomia la parafrasi.
Come fare un buon riassunto:
a- Leggere attentamente il testo, comprendendo bene il significato delle parole. Annota i personaggi che compiono le azioni e stabilisci il tempo verbale in cui poni le azioni stesse. Definisci subito il luogo e il tempo della vicenda raccontata. Dividi il brano in sequenze e sintetizzale in un periodo per ogni segmento.
b- Unisci con connettori logici i periodi controllando di aver usato sempre lo stesso tempo verbale. Inserisci, sempre sinteticamente, la conclusione della vicenda.
c- Rileggi il riassunto controllando la sintassi e l’ortografia e verificando che il testo sia oggettivo. Il riassunto infatti non prevede commenti personali.
Come fare una buona parafrasi:
a- La parafrasi è la traduzione in prosa di un testo poetico per comprenderne meglio il significato letterale, occorre dunque lavorare su due piani: trasformare le parole (livello lessicale) e trasformare le frasi (livello sintattico).
b- Le parole difficili o “antiquate” devono essere sostituite con sinonimi di uso comune o con espressioni che ne spiegano il significato. Si deve inoltre “sciogliere” le metafore o le altre figure retoriche.
c- Le frasi devono essere ricostruite nell’ordini in cui di solito ci si esprime in prosa.
d- Il testo in prosa va riletto attentamente per controllare che il nuovo testo sia scorrevole e “traduca” effettivamente quanto espresso nella poesia.
2. Analisi
Per un buon risultato della prova è importante non solo seguire le indicazioni della traccia, ma integrarle con le proprie conoscenze e metodologie acquisite. Si deve inoltre rileggere più volte il testo per individuare i passaggi più importanti e le parole chiave.
L’analisi può far riferimento a:
a- Aspetti narrativi: i personaggi, la struttura della trama, il punto di vista del narratore,
b- Aspetti formali: la struttura della narrazione, le scelte lessicali compiute dall’autore.
c- Le domande specifiche: si differenziano a seconda della tipologia del testo
d- Aspetti stilistici: riguardano soprattutto i componimenti poetici e l’analisi va condotta prendendo in considerazione gli elementi della metrica, ovvero l’insieme delle regole di composizione del testo.
La metrica si occupa dei versi, ovvero delle righe che compongono una poesia e che sono le unità di base di cui si può misurare la lunghezza contando le sillabe che lo compongono, delle strofe, ossia dei gruppi di versi, dei componimenti poetici, cioè i gruppi di strofe, il più famoso nella tradizione poetica italiana è il sonetto, composto da due quartine e da due terzine di endecasillabi.
I versi prendono il nome dal numero di sillabe che li compongono, come i settenari o gli endecasillabi. Quando i versi hanno un numero fisso di sillabe e una posizione determinata degli accenti si dicono versi regolari, altrimenti versi liberi.
Il ritmo di una poesia dipende anche dalla rima, ovvero l’identità di suono tra alcune sillabe. Assegnando la stessa lettera dell’alfabeto ai versi che rimano tra loro si ottiene lo schema delle rime. La rima non è obbligatoriamete presente, spesso i poeti utilizzano i versi sciolti, cioè non rimati.
Tipi di rime:
1. Baciata : AABBCC
2. Alternata: ABABAB
3. Incrociata: ABBA
4. Incatenata: ABA, BCB, CDC
Nell’analisi degli aspetti stilistici particolare attenzione va posta alle figure retoriche, ossia espressioni che il poeta usa per rendere più efficace il suo componimento.
Le più comuni figure retoriche:
1. Personificazione: vengono attribuite idee, comportamenti, sentimenti tipici dell’uomo a oggetti, elementi naturali o animali (es. “…rabbrividì l’aria…” ).
2. Similitudine: è un confronto tra due termini di paragone evidenti (es. “..tu simile a stella del cielo…”).
3. Metafora: è una similitudine abbreviata in cui si attribuisce direttamente a ciò di cui si parla il nome o la qualità di ciò che rappresenta il termine di paragone (es. “…aveva i capelli d’oro…”)
4. Metonimia: si indica un oggetto, un fatto o una persona con un termine con il quale ha un rapporto di vicinanza o appartenenza. (es. “…lingua mortal (un uomo) non dice quel ch’io sentiva…”).
5. Sinestesia: è una metafora particolare in cui si accostano termini appartenenti a sfere sensoriali differenti. (es. “…non vi ster molto, ch’un lamento amaro…” –sensazione uditiva +sensazione gustativa).
6. Allegoria: attraverso l’allegoria un concetto astratto viene espresso con un’immagine reale. (es. “…ed una lupa, che di tutta brama/ sembrava carca nella sua magrezza…” – la lupa per le sue caratteristiche simboleggia l’avarizia e l’avidità – la Divina Commedia di Dante è interamente allegorica.)
3. Interpretazione complessiva e approfondimenti
Gli approfondimenti mirano a verificare la capacità dello studente nel fare collegamenti con altri autori e percorsi affrontati durante il triennio. Se l’analisi è oggettiva, negli approfondimenti è possibile esprimere giudizi personali che siano però argomentati attraverso elementi concreti di natura storico-letteraria.
Redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale. – indicazioni generali per scrivere un testo espositivo/argomentativo e narrativo/informativo.
1- Il saggio breve
Il saggio breve è un testo informativo che acquista i tratti del testo argomentativo in quanto lo studente deve sostenere una tesi su un determinato argomento in base agli elementi che ha a disposizione.
Può essere o divulgativo o specialistico a seconda dei destinatari.
Il saggio divulgativo è indirizzato ai quotidiani o ai settimanali e ha come scopo la divulgazione di informazioni ad un vasto pubblico.
Il saggio specialistico è indirizzato ad un pubblico specializzato, per questo motivo la documentazione fornita è specifica e puntuale e viene integrata con conoscenze argomentative personali.
Per scrivere un saggio breve occorre tenere presenti alcune caratteristiche fondamentali:
a. LESSICO PRECISO e LINGUAGGIO SETTORIALE: per ottenere una maggiore precisione o essere più sintetici, il lessico deve essere il più possibile tecnico e le parole di uso comune dovrebbero essere sostituite con sinonimi più specifici.
b. DEFINIZIONI e DESCRIZIONI: è bene arricchire il testo fornendo spiegazioni brevi e precise del significato di alcune parole o espressioni molto tecniche, utilizzando degli incisi nell’esposizione, o descrivere l’oggetto delle informazioni fornite con indicazioni precise riguardanti le caratteristiche fisiche.
c. ESPOSIZIONE CHIARA: le informazioni devono essere esposte con ordine e con una sintassi lineare.
d. ESEMPI: è bene utilizzare esempi, anche propri, per migliorare il saggio e personalizzarlo.
Inoltre, nella redazione del saggio breve può essere utile seguire un certo ordine:
a. Analisi dei documenti: dopo una prima lettura dei documenti per scegliere cosa trattare, si passa ad un’analisi approfondita dei documenti per individuare quali informazioni scegliere per sostenere la propria tesi, alla luce del saggio (divulgativo o specialistico) che si intende scrivere.
b. Bozza: è la scaletta. Come primo passo si definisce bene la tesi e si appuntano le informazioni atte a sostenerla che andranno poi integrate anche dalle conoscenze personali con esempi, definizioni/descrizioni.
c. Stesura: la fase di scrittura vera e propria parte dalla scelta del titolo, che deve essere sintetico ma ad effetto per catturare l’attenzione dei destinatari. Si procede con la stesura dell’introduzione, della tesi e dell’antitesi con le relative argomentazioni, e le conclusioni che riassumono concisamente le parti salienti del saggio. In questa fase bisogna prestare attenzione alle scelte lessicali.
d. Correzioni: prima di procedere alla scrittura della copia da consegnare è bene controllare la struttura del testo per capirne la coerenza interna, le scelte sintattiche e lessicali. Prima di consegnare è comunque importante rileggere un’ultima volta il proprio saggio per controllare eventuali errori ortografici.
2- L’articolo di giornale
L’articolo di giornale è un testo informativo/narrativo che racconta una storia, che deve essere facilmente riconoscibile, in quanto lo scopo è quello di permettere al lettore di capire facilmente le informazioni legate ad un particolare evento, perciò presenta alcune caratteristiche fondanti:
1. Si parla di personaggi collocati in un contesto spazio temporale definito, che compiono azioni con il fine di raggiungere uno scopo. Tutto ciò contribuisce a creare una vicenda.
2. Il testo ha una situazione iniziale, uno sviluppo e una conclusione, anche se non necessariamente deve seguire un ordine cronologico, chi scrive può infatti inserire flash back o anticipazioni.
Nella redazione di un buon articolo di giornale può essere utile seguire queste indicazioni:
1. SCELTA DEI DESTINATARI E DELLA COLLOCAZIONE: lo studente deve come prima cosa decidere il tipo di quotidiano/settimanale su cui pubblicare l’articolo (il nome del giornale non deve essere necessariamente reale). Bisogna quindi indicare il settore in cui si vuole inserire l’articolo: prima pagina, cronaca nazionale, sportiva, letteraria…
2. BOZZA: l’articolo è costituito da un’introduzione/esordio, chiamata “attacco” (lead in inglese), alla quale bisogna dedicare particolare attenzione in quanto deve essere suggestiva e accattivante per catturare la curiosità del lettore. Questa prima parte serve per riassumere i concetti principali dell’articolo ed evidenziarne sinteticamente gli aspetti più interessanti. Dallo sviluppo del tema che è l’affondo vero e proprio sull’argomento con lo scopo di informare in modo efficace e completo il lettore. Infine le conclusioni in cui possono essere espresse le opinioni personali o i possibili sviluppi della vicenda.
3. STESURA: nella redazione dello sviluppo del tema ci si basa sul modello inglese, e cioè si deve rispondere alle 5 W:
a. Who? (Chi?): chi sono i protagonisti della vicenda
b. What? (Che cosa?): che cosa è successo
c. Where? (Dove?): il luogo/luoghi dove si svolgono i fatti
d. When? (Quando?): il tempo/tempi della vicenda
e. Why? (Perché?): i motivi per cui sono accaduti i fatti
Nel raccontare la vicenda occorre suscitare l’interesse dei lettori con uno stile agile e vivace che può far ricorso a frasi interrogative, creando aspettative o utilizzando figure retoriche (le principali sono quelle utiizzate in poesia).
Le scelte lessicali e stilistiche seguono la scelta dei destinatari a cui l’articolo è rivolto. E’ bene comunque che la sintassi sia il più possibile lineare, evitando periodi lunghi e ripetizioni, mentre i termini dovrebbero essere sempre scelti con cura e mai approssimativi.
4. SCELTA DEL TITOLO: la scelta del titolo andrebbe effettuata dopo la stesura dell’articolo in quanto devono essere chiari i vari passaggi in esso presenti. Il titolo di un articolo di giornale è costituito generalmente da tre parti: l’occhiello, posto sopra il titolo, che introduce in estrema sintesi l’argomento trattato, il titolo, ad effetto per invogliare immediatamente alla lettura, e il sommario, posto sotto il titolo che aggiunge qualche altra informazione rispetto all’occhiello.
Da tutto ciò si evince come la scelta del titolo sia un passaggio fondamentale per la buona riuscita dell’articolo.
5. REVISIONE: terminata la stesura, l’articolo va ricontrollato in diversi aspetti per verificare:
a. la coerenza tra contenuto e destinatari e la presenza delle 5 W
b. la correttezza delle scelte lessicali
c. i capoversi e la punteggiatura: dieci/dodici righe è la lunghezza giusta per dare un ritmo adeguato all’articolo
d. la correttezza nell’utilizzo dei tempi verbali: il più indicato è il presente indicativo perché dà alla lettura attualità, o il passato prossimo.
Tema di carattere storico – Tema d’ordine generale/attualità – indicazioni generali per scrivere un testo argomentativo
Le ultime due tipologie proposte in sede di prima prova sono due tipologie testuali che abitualmente gli studenti affrontano durante il loro percorso scolastico.
La tipologia testuale è propriamente quella del tema a carattere ARGOMENTATIVO, che segue delle precise regole di scrittura che ora andremo ad esaminare.
Un testo argomentativo ha due caratteristiche fondamentali:
a. Chi lo produce vuole far conoscere il proprio pensiero e esplicitare i motivi che sostengono le sue idee
b. Il discorso è costruito in modo logico, vengono esposti dei ragionamenti per arrivare a delle conclusioni.
Gli elementi che contraddistinguono un testo argomentativo sono quindi:
a. La Tesi: ovvero l’opinione che si intende sostenere
b. Gli argomenti : ovvero le motivazioni con cui si giustifica la propria tesi. Queste possono essere oggettive, quando i dati sono presi dalla realtà, come dati statistici, pareri di personaggi autorevoli, o testimonianze, o soggettivi, se si riferiscono a convinzioni che si basano su valori e orientamenti personali. Gli argomenti che in questo caso sostengono le tesi possono quindi essere la valutazione delle conseguenze positive o negative di situazioni o comportamenti, o idee e principi largamente condivisi o facenti parte dei luoghi comuni di una società.
c. L’antitesi: dove vengono prese in considerazione idee che si oppongono alla tesi
d. Le obiezioni: ovvero le motivazioni che potrebbero sorreggere l’antitesi
e. Le confutazioni: cioè le risposte che chi scrive fornisce alle obiezioni
f. Le conclusioni: nelle quali viene avvalorata la tesi iniziale
Il procedimento per svolgere un buon tema si articola attraverso alcune fasi:
1. Analisi del titolo del tema: per prima cosa è importante individuare le parole chiave che consentono di focalizzare il problema da trattare e su cui di devono esprimere le proprie opinioni, in seguito bisogna dividere in parti il titolo, in quanto ad ognuna di esse corrisponderà una parte dello svolgimento. Affrontare bene questo primo compito consente poi di non “andare fuori tema” che è uno dei rischi maggiori che si corrono nell’affrontare queste tipologie testuali.
2. Richiamare le idee alla mente e organizzarle: individuate le parole chiave e le parti del discorso che si vuole strutturare, ci si deve fermare a richiamare alla memoria tutte le conoscenze che si hanno acquisite durante il percorso scolastico e che si collegano ai vari punti del titolo. Si crea quindi una scaletta sommaria che viene poi ampliata focalizzando gli argomenti pro e contro la tesi e che aiutano anche se stessi nel chiarire la posizione che si vuole tenere rispetto al tema.
3. Scrivere il testo: un esposizione di idee e di argomenti richiede in primis la capacità di controllare la sintassi e soprattutto l’uso dei connettivi, ovvero le espressioni linguistiche che indicano quale rapporto si instaura fra le diverse frasi.
Alcuni esempi di queste espressioni:
a. Per proporre la propria tesi: “ora si dimostrerà che…”, “secondo me…”, “sono dell’opinione che…”…
b. Per introdurre un argomentazione o esempi: “dato che…”, “infatti…”, “poiché…”, “perché….”, “consideriamo il caso di…”, “per esempio…”
c. Per citare una fonte: “come ha detto…”, “in base alla testimonianza di..”, “secondo…”
d. Per introdurre una confutazione o un argomento contrario: “e’ anche vero che…”, “ma…”, “però..”, “malgrado questo…”, “ciò nonostante…”
il contenuto del tema deve essere articolato in paragrafi, ognuno dei quali sviluppa un’idea centrale. Un paragrafo di introduzione, paragrafi che sviluppano la parte centrale strutturata in tesi-argomenti a sostegno, antitesi-argomenti a sostegno, confutazioni-argomenti a sostegno, e un paragrafo conclusivo in cui si traggono le conclusioni.
4. La revisione: è necessario rileggere attentamente quanto scritto per valutarlo e, eventualmente, ampliarlo o modificarlo. E’ quindi opportuno verificare:
a. Se sono stati trattati tutti gli elementi richiesti dal titolo
b. Se sono facilmente riconoscibili l’introduzione, lo sviluppo e la conclusione e quindi se la propria tesi è chiaramente espressa
c. Se l’uso dei connettivi e della punteggiatura è corretto relativamente alle argomentazioni a favore e contrarie
d. Se le scelte lessicali sono coerenti e puntuali e se non ci sono errori ortografici.
Per quanto riguarda il linguaggio i principali aspetti da tenere in considerazione sono:
a. La proprietà di linguaggio, ovvero l’utilizzo di vocaboli opportuni ed espressioni adeguate alla materia che si sta trattando, evitando l’approssimazione.
b. La chiarezza, vanno quindi evitati i periodo lunghi e contorti o le parole troppo difficili o di uso poco comune.
c. L’utilizzo di tempi verbali adeguati: è importante distinguere bene tra il congiuntivo e l’indicativo e stare attenti al tempo in cui vengono espressi. L’utilizzo corretto dei verbi crea nel testo un’armonia, che rende più interessante la lettura.
Nella fattispecie, nel tema di carattere storico, si deve prestare particolare attenzione:
· All’effettiva richiesta data nella traccia che guida quelli che saranno i paragrafi principali, se l’analisi verte su
– Un particolare momento storico, sarà importante approfondire un determinato contesto partendo da un preciso punto di vista
– Il confronto tra due contesti storici o realtà politiche o economiche, sarà bene evidenziare le analogie e le differenze con le relative criticità
– I progressi di una vicenda storica, questo comporta una rielaborazione degli eventi dando priorità al punto di vista temporale
– Un personaggio di spicco della storia, metterne in luce le caratteristiche sia all’interno del suo contesto storico di appartenenza sia come figura ancora attuale.
· Ai legami e all’ordine temporale degli eventi storici, attraverso un maggior uso di connettivi temporali,
· Alla descrizione e ricostruzione del contesto storico, prendendo in analisi anche gli spetti politici, sociali ed economici.