Dott.ssa Cristina Franceschini, Formatrice e Coordinatrice dei Corsi di formazione di Sapere Più
Nel Paragrafo 3.1 delle Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbo Specifico dell’Apprendimento, del 12 Luglio 2011, viene nominato espressamente il PDP e spiegata la sua funzione.
Il Piano Didattico Personalizzato è il documento in base al quale vengono predisposte le modalità delle prove e delle verifiche in corso d’anno e fine Ciclo. Un documento importantissimo, quindi, che deve contenere almeno, oltre ai dati anagrafici dell’alunno e alla sintesi diagnostica contenuta nella certificazione, le seguenti voci:
- le attività didattiche individualizzate (di potenziamento e recupero) e quelle personalizzate (che riguardano le metodologie didattiche calibrate sui bisogni degli alunni)
- gli strumenti compensativi utilizzati dall’alunni
- le misure dispensative adottate dagli insegnanti
- indicazioni relative alle forme di verifica e valutazione personalizzate adottate dagli insegnanti.
Le Linee guida sottolineano anche l’importanza del raccordo con la famiglia nella predisposizione di questo documento.
Tutto chiaro.
Ogni anno al momento della sua redazione e condivisione tra scuola e famiglia, vengono sollevati dubbi che possono portare ad alcune situazioni paradossali come quelle che vedremo qui.
1 ►L’insegnante asserisce che la Diagnosi non è corretta: non è vero che l’alunno è discalculico perché riesce a fare i calcoli a mente. Non è vero che è dislessico: legge; non è vero che è disortografico: non si impegna e comunque usa troppo il cellulare per scrivere; non è vero che è disgrafico: ciò che scrive si capisce.
A questi insegnanti possiamo spiegare che l’alunno con DSA sono esattamente come i non – DSA: sono tutti diversi tra loro. Diversi nella loro capacità di compensare il disturbo, nei parametri di velocità e correttezza, nelle caratteristiche legate alla Memoria di Lavoro…. ma restano DSA. Una persona disgrafica che riesce a produrre una grafia leggibile, sta facendo una fatica superiore a quella del suo amico non disgrafico.
Una persona discalculica può anche riuscire a fare alcuni calcoli a mente perché sono diventati ad alta frequenza, e altri no; può anche ricordare le tabelline, ma quasi tutte in un tempo maggiore rispetto a quello richiesto al suo compagno di banco: può dunque affaticarsi moltissimo (per non parlare del margine spropositato di errore).
Una persona dislessica, di solito, dopo i primi anni di scuola, legge: fonde le sillabe, legge la parola. Ciò che conta è che per lei è molto faticoso, la lentezza può impedirle di comprendere, oppure la scorrettezza la porta a fraintendere il testo… ma sono solo alcuni esempi di ciò che la dislessia può comportare
Perché discutere una Certificazione? A Cosa serve? A voi lettori lascio la vostra personale risposta…
2 ► Il genitore ha paura che gli strumenti compensativi agevolino troppo il figlio, che si “sieda”, che smetta di impegnarsi. A questi genitori possiamo dire che lo strumento compensativo, abilita semplicemente il figlio a sperimentare la stessa fatica del suo compagno di classe: forse comunque farà ancora e sempre un po’ più di fatica, perché lo strumento bisogna imparare ad usarlo, (e bisogna ricordare di portarlo a scuola…). Non è come disporre di un automatismo.
Da dove nasce la paura dello strumento compensativo?
3 ► Il genitore presenta la Certificazione ma ci si accorda per non redigere il PDP. Non ce n’è bisogno, l’alunno è ritenuto da tutti performante e lui stesso non vuole.
Non ho mai capito se in questi casi è davvero l’alunno a non volere il PDP… Fa parte, questa, delle tante conferme al fatto che gli alunni con DSA sono tutti diversi tra loro, e anche le loro famiglie.
Vi sono tante altre situazioni paradossali, perché non è facile né essere genitori, né essere insegnanti e tantomeno andare a scuola ed avere uno o più DSA.
La condivisione del PDP tra genitori ed insegnanti costituisce proprio l’occasione per mettere da parte paure e convinzioni personali, andare al di là di queste e pensare solo ed esclusivamente al benessere quotidiano ed al diritto all’apprendimento ed allo studio delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi.