Il termine “valutazione” ci conduce in un territorio variamente e lungamente esplorato dalle Scienze dell’Educazione in generale e dalla Pedagogia in particolare. Nonostante ci si possa facilmente rendere conto di quanto sia complesso l’argomento, ciò non significa che non vadano operate alcune scelte, se ci si appresta a procedere alla valutazione di uno studente.
Prima di ogni altra cosa, scegliamo chi valutare: se la classe come gruppo o ciascun individuo. La valutazione ed il “chi valuta cosa”, o meglio la relazione tra alunni e docente, è una variabile importante da tenere sotto controllo.
Poi, “teniamoci d’occhio”: quali sono i nostri riferimenti? Quale teoria della valutazione vogliamo abbracciare? Abbiamo altri insegnanti con cui possiamo confrontare le nostre idee?
Gli adulti possono infatti utilizzare alcuni schemi mentali che già tendono a spiegare o a cercare i motivi di una prestazione scolastica non soddisfacente, ma spesso dimenticano di prendere semplicemente atto del livello raggiunto dal bambino, delle sue difficoltà, delle modalità che utilizza (oppure non utilizza) per imparare…tutti fatti che invece sono imprescindibili. In altre parole, possiamo trovarci nella situazione di non sapere perché un bambino funziona in un certo modo, ma anche se non lo sappiamo, possiamo comunque insegnare a quel bambino ciò che egli ha il diritto di apprendere.
Valutare deve avere come fine il fatto di costruire una conoscenza didattica del bambino e ciò in ultima analisi significa accettarlo così come egli è ed ideare, sperimentare e diversificare una proposta didattica concreta per lui. Il bambino non deve “rendere” di più, ma deve essere messo nella condizione di imparare a leggere, a scrivere, a pensare in astratto, a contare e ad utilizzare almeno le quattro operazioni.
Lo scopo dell’indagine non è quindi “modificare “ il bambino, ma conoscerlo e modellare il metodo di insegnamento in base alle sue caratteristiche.
L’indagine deve essere condotta nelle aree interessate dalla prestazione scolastica, in base alla classe frequentata: l’area del linguaggio scritto, l’area del numero, della logica, del disegno. Chi svolge l’indagine può approfondirla e rivolgere l’attenzione alle capacità di manipolazione verificando la competenza del bambino nel tagliare con le forbici, cancellare con la gomma, aprire e chiudere la cerniera dell’astuccio.
Valori come l’attenzione o la correttezza nel comportamento sono da osservare senza valutare precipitosamente il loro impatto, perché un bambino che ci incontra la prima volta potrebbe essere agitato, impacciato, annoiato, arrabbiato e molto altro ancora.
C’è inoltre da ricordare che un bambino con difficoltà nella prestazione scolastica, ha spesso un comportamento meno adeguato quando deve affrontare insegnanti e compiti, rispetto a quando deve fare altre cose della sua vita quotidiana.